Le Quattro “C” del Diamante
I Quattro fattori che determinano il valore del diamante sono le Quattro “C”, dalle iniziali dei quattro termini in inglese ossia: “colour” colore, “clarity” purezza, “cut” taglio e “carat” peso espresso in carati (ct).
Il colore, le gemme del tutto incolori e trasparenti, che sono le più pure, vengono definite “Colorless”, seguono le quasi incolori o “Near Colorless” e le colorate o “Slighty Tinted”. I diamanti possono assumere quasi tutte le colorazioni, che sono dovute ad impurezze o difetti strutturali: il giallo e il marrone sono le più comuni.
I diamanti “neri” non sono veramente tali, ma piuttosto contengono numerose inclusioni che danno alla gemma il loro aspetto scuro. Quando il colore è abbastanza saturo nei diamanti gialli o marroni, la pietra può essere definita di colore fancy (in italiano può essere tradotto fantasia), altrimenti vengono classificati per colore con la normale scala di colore dei diamanti bianchi. I diamanti di colore più rari sono quelli di colore rosso, che non raggiungono mai dimensioni notevoli, seguiti da quelli color verde intenso e quindi da quelli blu.
La classifica dei diamanti
Il Gemological Institute of America (GIA) classifica i diamanti di colore giallo a bassa saturazione e marrone come diamanti nella scala normale del colore, e applica una scala di valutazione dalla ‘D’ (bianco eccezionale) alla ‘Z’ (giallo chiaro)
La purezza, le inclusioni vengono generalmente chiamate “carboni”, tuttavia sono considerate inclusioni anche le fessure naturali, le tracce di incipiente sfaldatura e le “linee di accrescimento” della gemma originaria.
Il taglio, il fascino del diamante tagliato non è tanto una diretta conseguenza delle sue proprietà naturali, quanto il risultato scaturito dall’applicazione di leggi fisiche che, grazie ad un taglio appropriato, permettono di ottenere il massimo di scintillio, dispersione e brillantezza dalla gemma. Lo scintillio è l’insieme dei lampi di luce emessi da un diamante quando si muovono gli occhi, la sorgente di luce, o la pietra stessa.
Il valore di un diamante
Il valore di un diamante, oltre ad essere strettamente legato alla massa, al grado di purezza ed al grado di colore, dipende dalla perfezione delle proporzioni di taglio. Nel 1919 un matematico belga, Marcel Tolkowsky, teorizzò le proporzioni per un taglio a brillante di forma rotonda che producesse la massima brillantezza e il più alto grado di dispersione o fuoco; quel taglio viene comunemente detto Taglio a Brillante; ed è formato da 58 faccette (33 + 25): 33 sono le faccette della corona e 25 quelle del padiglione. Utilizzando come base di riferimento il classico taglio a brillante rotondo si possono realizzare tagli con forme quali l’ovale, la marquise o navette, la goccia o pera ed infine la forma a cuore.
Il peso dei diamanti
Il peso, i diamanti si pesano in carati; un carato equivale 0,2 grammi. Il carato può essere suddiviso in grani che equivalgono ad 1/20 di grammo ed in punti che equivalgono ad 1/100 di grammo.