Ex-voto
Oggetto o dipinto fatto eseguire per essere donato a un santuario come offerta votiva. Insieme agli argenti votivi si trovano gioielli, legati al culto della Vergine e dei Santi patroni. La domanda di “grazia”, intesa come favore, protezione, salute, comporta da parte del richiedente il dono che stabilisce tra il e il devoto un rapporto di scambio. Fin da tempi antichi le donne usavano come ex-voto i propri gioielli, proprio per il valore simbolico e affettivo che essi acquisivano nel ricordo di coloro che li avevano indossati. Almeno fino all’Ottocento, il gioiello è amuleto contro morte e malattia, simbolo di riconoscimento per il gruppo e simbolo di concetti astratti come il fidanzamento, matrimonio e amicizia. I gioielli ex-voto segnano spesso i passaggi di stato e di identità dei donatori (nascita, fidanzamento, matrimonio). Nell’Italia Meridionale i doni coprivano la statua ed erano esibiti nella indoratura del simulacro nelle feste solenni, nel Settentrione, invece, donati in modo sparigliato, potevano essere attaccati con lavori d’ago a cuscini, quadri di stoffa, o grembiuli custoditi in chiesa o nelle case dei devoti. I materiali usati assumono significati simbolici: oro, argento e pietre preziose, simbolo di luce e di incorruttibilità, sono prerogative divine. Le pietre riconducono alle virtù terapeutiche e protettive in cui il simbolismo sconfina nella magia. Rientrano in questa categoria anche gli ex-voto in argento anatomici, cioè placche in argento o in metallo argentato modellate nelle forme degli organi miracolosamente risanati, mani, gambe, occhi piedi.