Ama : Dette anche Amah, sono le donne giapponesi che fino alla metà degli anni 60 avevano l’incarico di recuperare (pescando) le ostriche Akoya impiegate successivamente nell’industria perlifera. Anodonta cygnea : Mollusco bivalve d’acqua dolce della famiglia Unionidae.
Ama: l’Affascinante Storia delle ultime “Sirene” Giapponesi
Per quasi duemila anni le donne giapponesi che vivevano nei villaggi costieri di pescatori contribuirono all’economia domestica con la caccia alle ostriche e all’abalone, una lumaca di mare che produce le perle. Esse venivano chiamate “Ama“, e si immergevano in apnea nelle profondità del Pacifico.
alla laurea in giurisprudenza, a Yoshiyuki fu regalata una macchina fotografica Kodak, ed egli pensò che la cosa più bella da fotografare fossero proprio le Ama della sua città natale. Quando Yoshiyuki iniziò a scattare le fotografie delle Ama, alla fine del 1920, c’erano diverse centinaia di subacquee attive nei sette porti della costa Iwawada (Kohaduki, Oohaduki, Futamata, Konado, Tajiri, Koura e Nagahama).
Le sue fotografie sono, oggi, probabilmente l’unico documento fotografico di una tradizione di pesca ormai completamente estinta.
La maggior parte delle Ama erano giovani donne, alcune anche solo ragazze, che si tuffavano nelle acque del pacifico per circa 2 minuti di apnea, tornando a galla soltanto pochi secondi per respirare. Le sessioni di immersioni duravano tutto il giorno, e i “tuffi” erano circa 60 per volta, per un totale di circa 180 immersioni al giorno.Le donne erano ritenute più adatte allo scopo a causa di uno strato di grasso supplementare rispetto agli uomini che, secondo la credenza locale, avrebbe consentito loro di trattenere il fiato più a lungo.
L’apporto che davano le Ama all’economia locale era enorme, e la quantità di denaro che guadagnavano in una singola sessione di immersioni poteva essere superiore rispetto a quanto guadagnava un uomo in un intero anno di lavoro.